Piave XXIV maggio

24/05/2025

Il Ruolo Eroico del "Manipolo" della Guardia di Finanza nella Battaglia del Piave

Il 24 maggio, una data simbolo per l'Italia, evoca immediatamente l'inizio dell'intervento italiano nella Grande Guerra. Sebbene la Battaglia del Piave più celebre sia quella del Solstizio del giugno 1918, è fondamentale ricordare il contributo cruciale, spesso silenzioso, della Guardia di Finanza fin dai primissimi istanti del conflitto. Il "manipolo" di finanzieri, termine che evoca piccole ma determinate unità, fu in prima linea, svolgendo un ruolo vitale nella difesa del confine e nella successiva resistenza.
 
L'inizio delle ostilità e il ruolo di frontiera
 
Già nella notte tra il 23 e il 24 maggio 1915, ancor prima della dichiarazione ufficiale di guerra, i finanzieri erano al loro posto, lungo le frontiere. Furono proprio due finanzieri, Costantino Carta e Pietro Dall'Acqua, di guardia al ponte di Brazzano sullo Iudrio (il piccolo fiume che segnava il confine orientale), a sparare i primi colpi italiani del conflitto. La loro azione, mirata a respingere una pattuglia di guastatori austriaci intenti a far saltare il ponte, dimostrò fin da subito la prontezza e la determinazione delle Fiamme Gialle.
 
Questo episodio iniziale è emblematico del ruolo della Guardia di Finanza: un Corpo specializzato nella vigilanza delle frontiere, che si trovò da subito al centro degli eventi bellici, trasformando i compiti di contrasto al contrabbando e di polizia doganale in azioni di vera e propria difesa militare.
 
La Guardia di Finanza sul Piave: Sentinelle Insonni
 
Nel corso della Prima Guerra Mondiale, e in particolare durante le fasi cruciali che si svolsero sul fronte del Piave, la Guardia di Finanza fu impiegata in modo significativo. Dopo la disfatta di Caporetto nel 1917, il Piave divenne la linea di massima resistenza italiana. In questo contesto drammatico, i finanzieri, organizzati in battaglioni e compagnie autonome, ebbero compiti essenziali:
 
Presidio delle linee: I battaglioni della Guardia di Finanza furono schierati lungo il Basso Piave, presidiando giorno e notte la linea di difesa, respingendo costantemente gli attacchi delle forze austro-ungariche. La loro conoscenza capillare del territorio, dovuta al pregresso servizio di confine, si rivelò un vantaggio strategico.
Contrasto allo spionaggio e al contrabbando di guerra: Oltre alle azioni di combattimento, le Fiamme Gialle continuarono il loro fondamentale lavoro di intelligence e controspionaggio, monitorando attività nemiche e contrastando il contrabbando che poteva favorire il nemico.
Azioni d'attacco e difensive: Non solo in difesa, ma anche in azioni offensive mirate, i finanzieri dimostrarono coraggio e determinazione, come testimoniato da numerose decorazioni al Valor Militare.
La Battaglia del Solstizio (Giugno 1918) e il Valore dei Finanzieri
 
Anche se la richiesta si riferisce al 24 maggio, è impossibile parlare del ruolo della Guardia di Finanza sul Piave senza menzionare la Battaglia del Solstizio (15-23 giugno 1918), l'ultima grande offensiva austro-ungarica. In quei giorni, le Fiamme Gialle diedero un contributo decisivo.
 
Un esempio lampante è l'azione del 7° Battaglione della Guardia di Finanza che, nel tentativo di stabilire una testa di ponte oltre il fiume Sile (affluente del Piave), affrontò il fuoco nemico. Sebbene una parte del plotone venne annientata, gli uomini guidati dal Tenente Carlo Fornaca si avventarono contro gli austro-ungarici, ottenendo una brillante vittoria e rendendo giustizia ai commilitoni caduti. Questo atto eroico valse alla Bandiera di Guerra del Corpo la Medaglia di Bronzo al Valor Militare con la motivazione: "Per il valore con cui contrattaccò il nemico soverchiante per numero e per mezzi ostacolandone l'avanzata e per lo slancio dimostrato in aspre giornate di battaglia. Piave, dicembre 1917, giugno-luglio 1918."
 
Un Sacrificio non Dimenticato
 
Il contributo della Guardia di Finanza alla Grande Guerra fu immenso e spesso pagato a caro prezzo. Su oltre 12.000 Fiamme Gialle impegnate nel conflitto, quasi 2.500 non fecero ritorno e oltre 3.000 furono i feriti. Le loro azioni, dal primo sparo del 24 maggio 1915 alla tenace resistenza sul Piave, furono un tassello fondamentale nella costruzione della vittoria finale.
 
Il "manipolo" della Guardia di Finanza, con la sua abnegazione e il suo coraggio, è un simbolo della determinazione con cui l'Italia difese i propri confini e la propria libertà, lasciando un'eredità di valore che ancora oggi viene onorata e ricordata.